Le querce sono tra le specie arboree più comuni in Italia, nel corso dei secoli hanno avuto un’importanza notevole per gli uomini, fornendo legname da opera, legna da ardere, carbone, ghianda per l’allevamento degli animali, ombra per le greggi, medicamenti e molti altri usi minori. La loro rilevanza è tale, da divenire un simbolo rappresentato anche nell’emblema della Repubblica Italiana, per indicare la forza del popolo italiano.
Tuttavia, da diversi anni le condizioni dei querceti stanno peggiorando; si nota infatti un progressivo deperimento di alcune formazioni boschive in cui la quercia rappresenta il piano dominante ed è una delle specie maggiormente presenti.
Si tratta soprattutto, ma non solo, di soprassuoli che vegetano su terreni superficiali il cui trattamento a ceduo (al quale sono stati sottoposti per decenni) è stato interrotto dando luogo a boschi adulti spesso in condizioni stentate e deperenti. Si aggiunga poi che il cambiamento climatico al quale stiamo assistendo, caratterizzato da temperature crescenti e da siccità frequenti, crea condizioni non più favorevoli allo sviluppo di alcune specie che quindi entrano in sofferenza.
Una volta che le piante sono sottoposte a questi stress ambientali, specialmente se ripetuti, risultano più suscettibili ad una moltitudine di patogeni e insetti che si avvantaggiano della loro debolezza, con esiti talvolta letali.
In collaborazione con il Servizio Fitosanitario della Regione Toscana CNR-IPSP e CREA-DC stanno attivamente monitorando alcuni siti con fenomeni di deperimento maggiormente pronunciati, per far maggior chiarezza sul fenomeno e per capire se vi sono strategie tecnico-selvicolturali da adottare per contrastare questa tendenza