
E’ pronto al via ed entra nella fase operativa il progetto sperimentale che coinvolge i medici di medicina generale, che potranno aderire volontariamente, e che mira a contribuire al contenimento delle liste di attesa sulla diagnostica ambulatoriale migliorando anche l’appropriatezza prescrittiva.
Se n’è parlato con il varo del Piano 2025 per il contenimento delle liste d’attesa ed ora il progetto sta per partire: l’obiettivo è offrire ai cittadini la possibilità di sottoporsi ad un’ecografia, ad un elettrocardiogramma, ad una spirometria od ad un emogas, ma anche ad un ecodoppler, ad infiltrazioni contro il dolore e ad altre prestazioni diagnostiche direttamente dal medico di famiglia, potenziando l’offerta.
Le tre Asl territoriali toscane hanno pubblicato l’avviso rivolto ai medici di medici generale che potranno candidarsi attestando le proprie competenze nell’utilizzo di apparecchiature e manifestando l’interesse ad attivare gli ambulatori previsti dal progetto.
Sono previsti due livelli di presa in carico possibili, a seconda della complessità dell’esame, e attività diverse a seconda della patologia, con cinque percorsi indirizzati alla presa in carico di disfunzioni respiratorie, malattie cardiovascolari e scompenso cardiaco, diabete, visite assistite da un’ecografia e medicina del dolore.
Concretamente, a breve, il proprio medico di famiglia potrà effettuare prestazioni come spirometrie ed emogasanalisi, elettrocardiogrammi e Holter, ecodoppler, dosaggi di creatinina e glicemia glicata, infiltrazioni antalgiche, ecografie al torace e all’addome, ai tessuti molli e al collo.
“Il nostro impegno per ridurre le liste di attesa prosegue” afferma il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “Il progetto - dichiara Simone Bezzini, assessore al diritto alla salute della Regione Toscana - è frutto di un accordo siglato con i sindacati dei medici di medicina generale e rappresenta un passo concreto per migliorare la presa in carico degli assistiti, aumentare l’appropriatezza prescrittiva e contenere il fenomeno delle liste di attesa”.
Le aziende sanitarie metteranno a disposizione le apparecchiature necessarie, ma i medici che aderiscono al progetto potranno usare anche le proprie.
Per la fase sperimentale, che durerà un anno, la Regione ha già stanziato 2 milioni di euro, destinati a coprire i compensi aggiuntivi dei medici che saranno coinvolti. Tali risorse economiche permetteranno di attivare 475 percorsi ambulatoriali di primo livello ed altrettanti di secondo livello. I medici di famiglia potranno prendere in carico direttamente il paziente in entrambi i percorsi oppure erogare le prestazioni di primo livello e organizzare la presa in carico di secondo attraverso un collega che aderisce al progetto e che fa parte della stessa aggregazione funzionale territoriale, in sigla Aft, ovvero quel raggruppamento di medici che insieme garantiscono nell’ambito di uno specifico territorio la copertura dell’intera giornata per cinque giorni a settimana. Anche un medico che non aderisce al progetto potrà inviare i propri assistiti ad un collega della stessa Aft.
“Il ruolo delle aggregazioni funzionali territoriali – aggiunge Bezzini – sarà strategico anche nello sviluppo del nuovo modello di assistenza territoriale e per l’attivazione delle case di comunità”.