
“Per riaffermare il protagonismo delle generazioni Z e Alpha, che non sono solo il futuro ma il presente di questo mondo, il 2 giugno è la data migliore per tenere il Next Generation Fest, come lo fu nel 1946, quando gli italiani sono tornati ad essere protagonisti”.
Lo sottolinea il presidente Eugenio Giani quando stamani prende la parola sul palco della quarta edizione del Next Generation Fest, in corso al Teatro del Maggio di Firenze.
Ospiti dell’evento, fa notare Giani “sono tanti giovani che si affermano con il loro talento, nello spettacolo, nella scienza, nella cultura e nel volontariato”.E “mi fa piacere – spiega . identificare tutto questo con il 2 giugno 1946.
“La Toscana – aggiunge - punta sui giovani, li vuole valorizzare e far emergere. Forse rispetto ad altre generazioni sono meno iscritti ai partiti, ma sono presenti forti e riescono a esprimere un contenuto di innovazione e originalità, facendo la forza della nostra Regione”.
Ringraziando ragazze e ragazzi “per essere partecipi di questo momento”, il presidente ricorda il significato fondamentale della Festa della Repubblica. “Fu un voto particolare – ricorda Giani -, un ritorno alla democrazia dopo una dura battaglia per la Liberazione e dopo che la monarchia, che si era compromessa con la dittatura, era fuggita da Roma a Brindisi dopo l’armistizio dell’8 settembre”.
“Furono scelti – aggiunge – anche i costituenti che scrissero la nostra Costituzione: uno straordinario lavoro di avanguardia che mette in fila giustizia sociale, ripudio della guerra, diritto al lavoro, diritto alla salute, scuola e pubblica istruzione”. Fu la prima volta anche del suffragio universale e del voto alle donne. “Democrazia, voto alle donne e Costituzione, tre traguardi – evidenzia Giani – che il 2 giugno ogni anno ci ricorda”.
Infine il presidente torna sul dramma di Gaza e ribadisce la richiesta formulata ufficialmente nella giornata di ieri. “Nessuno discute la legittimità dello Stato di Israele, nato e riconosciuto dopo l'orrore dello sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale - afferma -, ma dobbiamo dare la stessa possibilità, quello di uno Stato libero e sovrano, al popolo palestinese”.
“L’unica vera soluzione – chiosa Giani – è quella di due popoli e due stati, la difesa migliore per una popolazione oggi inerme. I palestinesi vivono in quelle terra da duemila anni: hanno radici salde e quelle radici non possono essere strappate, perché altrimenti sarebbe un genocidio”.