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27 febbraio 2018
15:30

I pescatori 'spazzano' le plastiche dal mare. Al via progetto sperimentale per l'Arcipelago

FIRENZE - I pescatori diventano spazzini' del mare. O almeno, nel tirare su le reti cariche di pesci, faranno anche questo. Accade a Livorno e il braccio di mare interessato quello tra la citt labronica e la costa grossetana, con il progetto sperimentale "Arcipelago Pulito"  al centro di un protocollo d'intesa siglato oggi tra la Regione Toscana, il Ministero dell'ambiente, l'Unicoop Firenze, Legambiente, l'Autorit portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Labromare che la concessionaria per il porto di Livorno per la pulizia degli specchi acquei portuali, la Direzione marittima della Toscana, l'azienda di raccolta dei rifiuti Revet e la cooperativa Cft.

L'accordo, che riguarda i trecento chilometri quadrati di mare tra Livorno e Grosseto, nel cuore dell'Arcipelago toscano e del Santuario dei cetacei, avr inizialmente una durata di sei mesi e chiude un cerchio al momento interrotto. Fino a ieri infatti i pescatori toscani erano costretti a ributtare in acqua i rifiuti in plastica pescati durante l'attivit ittica: la legge, per quanto assurdo possa sembrare, li rendeva produttori di rifiuti se li avessero condotti a riva. Da domani invece avranno l'opportunit di portarli in porto, destinarli al riciclo e cos contribuire a liberare l'ambiente marino dalle plastiche.

Quello dell'immondizia del mare un problema grave e globale: si stima che nel mondo ogni anno si producano 280 milioni di tonnellate di plastica, nel 2050 saranno il doppio e una parte non trascurabile finisce nelle acque marine, con danni incalcolabili per flora e fauna. Il Mediterraneo particolarmente esposto al pericolo, visto che si tratta di una mare semichiuso in cui sboccano numerosi fiumi che trasportano anche tanti rifiuti; si pensa che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica al suo interno e alcuni studi fatti sul mar Tirreno ci dicono che il 95 per cento dei rifiuti galleggianti avvistati, pi grandi di venticinque centimetri, siano di plastica, il 41 per cento di questi costituiti da buste e frammenti. Statisticamente si trovano pi di tredici di questi grandi rifiuti ogni chilometro quadrato - in alcuni bracci di mare possono arrivare ad essere anche tre volte tanto - e molti rimangono per l'appunto impigliati nelle reti dei pescatori.

Con l'intesa di oggi i rifiuti non solo saranno portati a riva e stoccati per essere poi trattati. Il progetto avr un valore anche scientifico - servir infatti a raccogliere ulteriori dati sulle plastiche disperse in mare -, aiuter a facilitare la messa a regime di un sistema oggi non regolato affinch diventi qualcosa di strutturale e si accompagner ad un'opera di sensibilizzazione verso i cittadini e consumatori, per agire anche a monte sulla catena che porta a disperdere rifiuti in mare. Tutto nato da un suggerimento della Fondazione  Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, nel salernitano, ucciso dalla criminalit organizzata nel 2010. Lo ricorda lo stesso presidente della Toscana: un'iniziativa semplice, ma cos che si risolvono a volte i grandi problemi.  Quell'idea ha poi trovato sponda, sottolinea l'assessore alla presidenza, nel lavoro  che la Regione sta portando avanti sul tema dell'economia collaborativa e circolare: un lavoro dove tutela dei beni comuni, impegno attivo per l'ambiente, sostegno alla competitivit toscana e alle produzioni locali sono parole d'ordine che si ripetono su pi fronti. Con questo progetto la collettivit si fa carico del mare, il pescato acquista pi valore e sulle tavole alla fine, con acque nel tempo pi pulite, arriver anche un prodotto migliore e pi sicuro.

In mare a primavera
Si parte a marzo con la formazione dei pescatori e tra la primavera e l'estate poi in mare, per sei mesi appunto. All'inizio saranno coinvolte imbarcazioni di grandi dimensioni, una decina.Successivamente potrebbero essere utilizzate per anche le barche pi piccole delle ventiquattro in forza alla cooperativa.  Su ciascuna sar installato un contenitore, separato, dove stivare i rifiuti.  Ad ogni uscita le imbarcazioni che fanno pesca a strascico e raccolgono grandi quantitativi di plastiche le porteranno cos in porto, dove saranno ammassate in un'area ben determinata (gi individuata), analizzate e classificate da tecnici per poi essere destinate al riciclaggio o allo smaltimento. L'esperimento interessa Livorno ma nel prosieguo potrebbe essere replicato altrove: a Piombino, l'isola d'Elba e Capraia, ha sottolineato l'Autorit portuale, ma anche in altrove. L'interesse e coinvolgimento del Ministero potrebbe farne anche una buona pratica nazionale.

Il ruolo di Unicoop
Unicoop Firenze partecipa con un contributo specifico destinato ai pescatori per il servizio svolto, che poi sono gli stessi che forniscono parte del pescato che si trova nei punti vendita della cooperativa: in particolare Unicoop Firenze ha deciso infatti di mettere a disposizione del progetto il centesimo che soci e clienti, per legge, dall'inizio dell'anno devono pagare per le buste in mater-b dell'ortofrutta. L'inquinamento della cooperativa contro l'inquinamento dalla plastica arriva del resto da lontano. Era il 2009 quando i sacchetti biodegradabili hanno sostituito le buste tradizionali alla cassa, prima che lo imponesse una legge. Il mater-B per l'ortofrutta arrivato invece nel 2012, esteso nel 2014 a tutti i punti vendita. Anche i clienti sono attenti all'ambiente: oggi il 70 per cento ha imparato a utilizzare le buste riutilizzabili. Scelte ecosostenibili che hanno permesso in dieci anni di produrre 4.900 tonnellate in meno di rifiuti di plastica e emettere in atmosfera tremila tonnellate in meno di anidride carbonica.

Link per scaricare il video di Unicoop: https://we.tl/sST3ZFfNi7

Par condicio
Dal 29 dicembre 2017 siamo entrati in regime di par condicio, per le elezioni politiche che si svolgeranno il 4 marzo 2018. La legge (28/2000) prevede al riguardo che l'informazione e comunicazione della pubblica amministrazione venga svolta in forma impersonale.

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