Ambiente
Economia
Infrastrutture e mobilità
11 marzo 2015
20:52

Legge sulle cave, cosa cambia

FIRENZE - Con la legge sulle cave approvata dal Consiglio regionale le funzioni di pianificazione che prima erano delle Province passano ora completamente alla Regione. Al Piano regionale cave spetter elaborare una stima dei fabbisogni, su scala regionale, delle varie tipologie di materiali, individuer i giacimenti potenzialmente escavabili escludendoli da altre attivit estrattive. Assegna anche ciascuno comprensorio estrattivo individuato obiettivi di produzione. Rimane in capo ai Comuni il rilascio delle autorizzazioni alla coltivazione delle cave ordinarie e delle cave di prestito di interesse locale, dei piani di recupero dei siti estrattivi dismessi, la vigilanza ed il controllo dell'attivit di cava e la possibilit di emanazione di provvedimenti di sospensione e revoca delle autorizzazioni.

Semplificazione
Con il ricorso al Suap, lo sportello unico per le attivit produttive, si riduce al massimo a 150 giorni l'iter per le escavazioni.

Agri marmiferi di Massa Carrara e concessioni crescenti
Rimane ferma la potest regolamentare dei Comuni di Massa e Carrara in merito alla disciplina delle concessioni degli agri marmiferi, quali beni che appartengono al patrimonio indisponibile dei medesimi comuni. Le concessioni saranno in futuro rilasciate con una gara, ma prevista una fase transitoria di sette anni per quelle aziende che sono in possesso di una concessione. Ai 7 anni se ne potranno aggiungere  2 per le aziende dotate di certificazione ambientale.  Periodo che potr arrivare a 25 anni per le aziende che, tramite stipula di un'apposita convenzione, si impegnino a valorizzare la filiera corta nella lavorazione del marmo.

Canoni e contributi
Le attivit estrattive esercitate all'interno dei beni di propriet pubblica saranno soggette al pagamento, oltre che del contributo di estrazione, anche di un canone concessorio determinato dal Comune. Per il distretto delle Alpi Apuane viene fissato al 10% il contributo di estrazione, con un massimo del 15%, tra canone e contributo, per i beni appartenenti al patrimonio indisponibile comunale.