
La tradizione della domenica di Pasqua a Firenze si è ripetuta anche quest’anno e allo scoppio del carro in piazza Duomo era presente anche il presidente della Toscana Eugenio Giani. Un rito antico, le cui radici risalgono a più di novecento anni fa.
“Lo scoppio del Carro - commenta il presidente Eugenio Giani - rappresenta infatti una delle tradizioni popolari più antiche e le su origini risalgono a quando, il 16 luglio 1101, Pazzino dei Pazzi ritornò da Gerusalemme con le pietre focaci prese nella Chiesa del Santo Sepolcro, omaggio di Goffredo di Buglione per il valore dimostrato dai fiorentini nel corso della prima crociata”. Con quelle pietre si accendevano all’inizio i falò, poi un carro rudimentale e quindi, dal Seicento ad oggi, quella struttura che si incendia di fuochi pirotecnici con il volo della colombina.
"Oggi la colombina - conclude il presidente Eugenio Giani - ha fatto il suo percorso per accendere il fuoco in modo perfetto all'andata e al ritorno dall'altare del Duomo di Firenze. Questo per secoli ha significato buon auspicio".
L’evento si accompagna a due curiosità: la prima è il nome con cui i fiorentini chiamano il carro, il Brindellone, che all’inizio indicava un altro carro, quello che portava a giro un uomo vestito di pelo di cammello per la festa del 24 giugno, patrono della città; la seconda curiosità riguardava la sua conservazione, nascosto per tutto l’anno tra due palazzi di via Il Prato dietro un enorme parete di legno.
E’ da lì che il carro viene portato in corteo e da dove è partito anche quest’anno per raggiungere il centro storico, seguito dall’esibizione dei bandierai degli Uffizi in piazza della Repubblica e il sorteggio del torneo del calcio storico fiorentino di San Giovanni appena prima lo spettacolo pirotecnico, con migliaia di persone arrivate come sempre in piazza del Duomo per un evento conosciuto in tutto il mondo.