Fusioni di Comuni e incentivi dalla Regione

Nella Toscana considerata terra dei campanili – ma dove i comuni in proporzione erano già molti meno che in altre regioni, effetto anche delle riforme settecentesche del granduca Pietro Leopoldo - dal 2012 diverse amministrazioni comunali hanno progettato di fondersi. E più di una è andata fino in fondo. I Comuni toscani sono così passati da 287 che erano nel 2012 a 276 nel 2017. E l'anno successivo già si sa che saranno altri tre in meno.

In cinque anni, fino al 2017, ci sono stati venticinque referendum consultivi: 13 volte hanno prevalso i sì e 12 i no. C'è chi è passato da gestioni associate di servizi e unioni di comuni, altri ci sono arrivati senza tappe intermedie. Fondersi e lavorare insieme fa crescere le economie di scale, permette sinergie e una migliore programmazione che si traduce in migliori servizi a parità di spesa. Ma c'è anche altro.

La Regione ha infatti incentivato la scelta di fondersi con 250 mila euro l'anno (per cinque anni) di contributi straordinari erogati a ciascun comune che abbia scelto di fondersi: risorse utili per dare fiato a progetti rimasti troppo a lungo nel cassetto e che si sommano a deroghe sulla spesa in bilancio e contributi statali straordinari, per dieci anni, pari al 50 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010 (fino ad un massimo di 2 milioni per ciascun beneficiario).

Il primo referendum è stato il 6-7 maggio 2012 in Casentino (e fu respinto). Gli ultimi quattro, in contemporanea, si sono svolti il 29 e 30 ottobre 2017 – dodici i Comuni interessati - e si conclusi con due sì (a Rio Marina e Rio nell'Elba e a Pergine Valdarno e Laterina in provincia di Arezzo) e due no (di nuovo in Casentino e in tre comuni della Garfagnana).

Tutti i referendum
Il primo dei referendum è stato quello del 6-7 maggio 2012 in Casentino, che ha coinvolto tredici diversi comuni ma bocciò il comune unico.

Il 21-22 aprile 2013 di referendum ce ne sono stati ben quattro: negli otto comuni dell'Elba vinsero i "no", mentre si sono fusi Figline e Incisa, Castelfranco e Piandiscò, Fabbriche di Vallico e Vergemoli.
Il 16 giugno 2013 è stata la volta di Castel San Niccolò e Montemignaio, dove i cittadini hanno detto che la fusione non era da farsi.

Altri nove referendum si sono svolti il 6-7 ottobre 2013. Nel pisano i cittadini di Peccioli e Capannoli bocciarono la fusione con Palaia, dove avevano prevalso i "sì", mentre sono diventati un comune unico Lari-Casciana Terme e Lorenza-Crespina. Via libera anche al nuovo comune di Pratovecchio Stia e a quello di Scarperia e San Piero a Sieve nel Mugello, mentre un "no" è stato registrato per Suvereto e Campiglia e per la proposta di un comune unico di Villafranca e Bagnone. Saltata anche la fusione tra Aulla e Podenzana e Borgo a Mozzano e Pescaglia.

Il penultimo referendum di quell'anno si è tenuto il 26-27 ottobre 2014, con la nascita dal nuovo comune di Sillano Giuncugnano.

Poi c'è stato il 29-30 novembre 2015 quello dell'Abetone e Cutigliano, con il via libera alla fusione ricevuto a gennaio dal Consiglio regionale.
Il successivo appuntamento è stato a maggio 2016: "sì" per San Marcello e Piteglio e "no" invece a Capolona e Castiglion Fibocchi nell'aretino (per un'incollatura) e a Castellina Marittima e Riparbella (in modo più deciso).

Poi, sempre ad ottobre del 2016, c'è stato Montalcino e San Giovanni d'Asso nel senese, dove la maggioranza ha benedetto il matrimonio tra i comuni patria del celebre Brunello e del tartufo.

A maggio del 2017 Subbiano e Capolona hanno detto sì all'accorpamento.

Con due sì e due no si sono invece conclusi i quattro referendum del 20 e 20 ottobre 2017. I due no si sono registrati nel Casentino, dove si sono rivelati decisivi i voti di Chitignano e di Chiusi della Verna, anche se a Bibbiena, Ortignano Reggiolo e Castel Focognano hanno prevalso i sì. Stesso esito fra tre Comuni della Garfagnana: il no che ha prevalso a Fosciandora ha reso negativo il risultato finale, nonostante i sì abbiano prevalso a Pieve Fosciana e San Romano in Garfagnana. Il sì ha prevalso invece nettamente sia a Rio Marina che a Rio nell'Elba. Stesso esito anche a Laterina e Pergine Valdarno in provincia di Arezzo.

 

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Aggiornato al:
16.02.2018
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14984418