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I mille volti della dipendenza

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Periodico mensile della Giunta regionale toscana - anno XIV n.1 gennaio 2006
Si chiamano “dipendenze senza sostanza”, colpiscono soprattutto adolescenti e giovani, e sono le nuove droghe che vengono dal mondo del web e dei videogiochi.
Secondo il VI Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, elaborato dall’Eurispes (Istituto di studi politici economici e sociali) con la collaborazione di Telefono Azzurro, la diffusione e l’utilizzo del computer fra i ragazzi si attesta in Italia all’89,4 per cento. Su cento ragazzi, 81 navigano abitualmente e un ragazzo su 10 spende soprattutto per acquistare videogiochi. Nel nostro Paese si contano all’incirca 10.000 casi di epilessia, il 3 per cento dei quali causato dall’abuso di videogiochi, con una incidenza del 10 per cento fra i ragazzi dai 7 ai 19 anni.
I dettagli grafici sempre più definiti e ricercati dei nuovi giochi con le loro storie avvincenti trasportano il giocatore ad un tale livello di coinvolgimento da trasformarsi molto spesso in una vera a propria dipendenza da video. Ma il fenomeno emergente, sempre stando al Rapporto dell’Eurispes, sembra essere la dipendenza da Internet, quella che gli americani chiamano Iad (Internet Addiction Disorder). Volendo stimare il fenomeno in Italia, è possibile affermare che sul totale degli utilizzatori del web (circa 14 milioni), un milione e mezzo sono affetti da Iad e circa tre milioni sono in zona rischio e potrebbero diventare dipendenti in breve tempo. Fra i principali effetti negativi della rete provocati da un suo uso distorto troviamo, oltre al gioco d’azzardo on line, le chat ad oltranza fino ad arrivare a precludersi qualsiasi altro rapporto sociale, o l’eccessiva e distorta immedesimazione in giochi di ruolo che portano talvolta a veri e propri disturbi della personalità.
Accanto alle nuove dipendenze, rimangono poi quelle “classiche”, droga, alcol, fumo, gioco d’azzardo, sempre più diffuse e invalidanti anche nel nostro Paese soprattutto fra i più giovani.
Secondo il Rapporto sulle tossicodipendenze in Italia, presentato per la prima volta dal Governo nel giugno del 2005, i dati evidenziano un incremento nel consumo di sostanze illegali e una riduzione della consapevolezza rispetto alla pericolosità delle droghe, in particolare tra i giovani. Circa un terzo dei soggetti considerati risulta aver utilizzato cannabis una o più volte nel corso della vita. In continuo aumento anche il consumo di psicostimolanti (cocaina e amfetamino-derivati) che sono utilizzati già a partire dall’età evolutiva. Se a questo si somma poi l’incremento della porzione di consumatori che utilizzano cannabis, cocaina o più sostanze assieme, passando spesso dall’assunzione episodica all’uso regolare, si capisce quanto serie e preoccupanti possano essere le conseguenze per la salute psicofisica dei cittadini, per la convivenza civile e per la sicurezza.
Anche in Toscana la situazione non è da sottovalutare e tutte le principali forme di dipendenza risultano in netto aumento, con l’unica nota positiva che un sempre maggior numero di persone in difficoltà si rivolge alle strutture pubbliche.
Stando agli ultimi dati disponibili, i servizi sociali della nostra Regione, al 31 dicembre del 2004, avevano in carico 5.000 tabagisti, 13.300 tossicodipendenti (di cui 10.100 maschi e 3.200 femmine), 4.000 alcolisti (2.700 maschi e 1.300 femmine) e 400 giocatori d’azzardo patologici.
Tanti casi per un rete toscana di servizi che conta 9 dipartimenti per le dipendenze, 40 servizi per le tossicodipendenze (almeno uno in ogni zona), 39 équipe alcologiche territoriali, 28 enti ausiliari che gestiscono comunità di recupero per tossico/alcoldi-pendenti, 27 centri antifumo distribuiti sull’intero territorio (almeno uno in ogni Asl), un Centro alcologico regionale (Car), 63 comunità terapeutiche (per un totale complessivo di 1.144 posti letto, di cui 1.096 per adulti e 48 per minori), 159 club alcolisti in trattamento, 38 associazioni di alcolisti anonimi a livello territoriale, 15 associazioni Alatene (figli alcolisti anonimi) e 25 associazioni Alanon (familiari di alcolisti).
Più di ottocento inoltre, fra medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali, educatori professionali e amministrativi, gli operatori dei servizi pubblici impegnati nella lotta contro le dipendenze in Toscana.
A questi si aggiungono i 26 operatori (precedentemente impegnati in lavori socialmente utili) dei centri antifumo e i 1.160 operatori degli enti ausiliari.
La Regione Toscana intende raccogliere in un’unica legge le molte e diverse norme che regolano il settore con aggiornamenti in particolare in materia di organizzazione dei servizi pubblici e privati e di assistenza agli stranieri. A livello operativo, si prevede inoltre la realizzazione di nuovi centri finalizzati alla diagnosi, cura e recupero di abuso e dipendenza da nuove droghe (come cocaina, amfetamine, ecstasy ed altri psicostimolanti), di abuso di sostanze assunte a scopo di doping, e delle cosiddette dipendenze senza sostanze, quali il gioco d’azzardo patologico, le dipendenze da Internet e da videogiochi.
Garantire un valido sostegno ai familiari ed attivare iniziative di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica saranno i compiti principali dei nuovi centri che lavoreranno in stretto contatto tra loro e con le strutture universitarie impegnate in attività di ricerca ed in eventuali sperimentazioni farmacologiche.
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27.01.2008
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262039