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La persona come protagonista

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Periodico mensile della Giunta regionale toscana - anno XIV n.1 gennaio 2006
Tra gli obiettivi strategici della Regione, la costruzione di comunità solidali con il coinvolgimento del terzo settore e delle istituzioni


Potenziamento e valorizzazione del mondo del volontariato, dell’associazionismo e della cooperazione sociale non solo per il supporto che queste organizzazioni possono dare alla programmazione delle strategie sociali ma anche per la capacità che hanno di umanizzare i servizi alla persona.
A partire dagli anni ‘80 è infatti cresciuto il ruolo dell’associazionismo nell’erogazione dei servizi alla persona e allo stesso tempo sono aumentate le competenze professionali che il privato sociale possiede. Con il termine terzo settore, entrato ormai nel linguaggio comune, si definiscono tutte quelle organizzazioni che svolgono attività e servizi di pubblico interesse, con motivazioni di solidarietà, senza trarne utili personali o collettivi, diretti o indiretti.
Sono, in altre parole, il terzo pilastro tra la pubblica amministrazione e il mercato economico vero e proprio e stanno assumendo un ruolo sempre crescente in risposta ai bisogni dello stato sociale.
Nella nostra regione, il terzo settore è una realtà radicata e organizzata, capace di sostenere le famiglie e di costituire, con i servizi pubblici, una robusta rete di protezione sociale.
Per la Regione è dunque arrivato il momento di coinvolgerlo nella ridefinizione e nel rilancio del welfare sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale che valorizza la persona come protagonista della vita sociale, capace di rispondere, nella libera associazione con altri, a esigenze e bisogni della società.
La sussidiarietà orizzontale promuove infatti una cittadinanza attiva in cui sono valorizzati il singolo e le formazioni sociali e questo vale sia per la programmazione regionale che locale, per rendere maggiormente efficaci le risposte, per calibrare meglio gli interventi e per consentire maggior adeguatezza nell’impiego delle risorse economiche. La Regione Toscana ha lavorato molto in questi anni sul tema della governance, ideando un modello di welfare partecipato e cooperativo che ha come capisaldi la sussidiarietà (per la presenza di numerosi livelli di programmazione e di soggetti istituzionali), la concertazione (per l’ampia consultazione fra i diversi interlocutori), l’integrazione (per le connessioni socio-sanitarie che raggiungono il loro massimo livello nella Società della salute), la logica di rete (per la partecipazione delle associazioni di volontariato e dei privati).
Il ricorso diffuso all’associazionismo e al mondo del non profit nella gestione e nella produzione delle prestazioni indica come nella nostra regione sia stata abbandonata definitivamente la concezione centralistica del welfare.
Accanto al terzo settore però la Toscana deve essere in grado di attivare anche le energie e le potenzialità di tutte le altre parti economiche e sociali, profit e non profit, tra cui, ad esempio, le fondazioni bancarie, le parrocchie, le organizzazioni non governative o le università. Con tutti i soggetti civili, è possibile infatti rafforzare e rilanciare un percorso di partecipazione, condividendo obiettivi, trovando sinergie, sperimentando soluzioni innovative e sviluppando esperienze di solidarietà strutturata.
Premesse importanti per la creazione di un welfare di comunità dove, da un lato, è la comunità a prendersi cura delle persone che soffrono e, dall’altro, anche se vengono sviluppati continuamente meccanismi di appartenenza, si mantiene intatta l’autonomia dei partecipanti. Costruire comunità solidali diviene, quindi, uno degli obiettivi strategici della Regione nei prossimi anni senza che per questo s’intenda il venir meno della responsabilità delle istituzioni.
Anzi significa riconoscere e promuovere il protagonismo istituzionale di Province, Comunità montane e Comuni, secondo le proprie specificità e competenze.
Sono questi infatti i soggetti pubblici più vicini ai cittadini e per questo capaci di sviluppare un welfare municipale, un efficace lavoro di rete nella programmazione e nell’intervento sul territorio. In grado quindi di costruire comunità solidali a partire dal tessuto sociale territoriale.


2.342 le associazioni di volontariato iscritte agli albi provinciali del volontariato, della cooperazione sociale e dell'associazionismo di cui
692 attive nel campo della sanità 
741 impegnate nel settore sociale
491 nell'ambito socio-sanitario
414 le cooperative sociali
19 gli enti ausiliari che gestiscono sedi operative per la riabilitazione
e il reinserimento dei soggetti tossicodipendenti
 
1.676 le associazioni in genere (tra culturali, sportive,
ambientali, religiose, turistiche, sociali, educative e ricreative)
27 le associazioni di immigrati
Dati aggiornati alla fine di dicembre 2005
Fonte:www.rete.toscana.it/sett/polsoc/terzosettore/index.htm
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27.01.2008
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