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La terza età: una sfida per tutti

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Periodico mensile della Giunta regionale toscana - anno XIV n.1 gennaio 2006
Gli anziani sono, insieme a disabilità, immigrazione e famiglia, una delle quattro priorità delle politiche attive del settore sociale della Regione.
In una società come quella toscana in cui, stando agli ultimi dati della Relazione sociale che analizza il periodo 2002-2004, la presenza percentuale degli anziani è nettamente superiore a quella dei bambini e degli adolescenti e in cui l’incidenza dei grandi anziani (80 anni e oltre) è ormai di molto superiore all’incidenza dei minori in età prescolare, il problema della vecchiaia non può essere sottovaluto. Da qui al 2020, infatti, un abitante su 8 avrà più di 75 anni. Già oggi, la quota di over 65 è al 23 per cento (18 per cento la media italiana) e le previsioni dell’Irpet parlano di una presenza del 27 per cento di anziani nel 2020 (25 per l’intero Paese).
In termini di quello che viene definito dagli addetti ai lavori “carico sociale”, ovvero il rapporto fra persone in età produttiva (da 15 a 64 anni) e quelle in fase non produttiva, la Toscana è al disopra della media nazionale con un indice del 51,9 per cento, vale a dire che per ogni 100 persone in età produttiva ce ne sono quasi 52 in età non produttiva.
L’invecchiamento della popolazione porrà dunque nel prossimo futuro diverse emergenze di natura sociale, economica ed abitativa. E questo anche e soprattutto in considerazione del fatto che insieme agli anni crescono anche i casi di persone non autosufficienti, talvolta con patologie altamente invalidanti come le demenze senili e l’Alzheimer, con crescenti problemi nella gestione dell’assistenza e delle cure medico-sanitarie. Dall’ultima “Indagine sulle condizioni di vita delle famiglie toscane” del 2004 dell’Irpet emerge infatti che ben il 20 per cento di queste si trovano a dover affrontare il problema dell’assistenza a familiari non autosufficienti (il dato è comprensivo anche dei disabili che rappresentano il 16 per cento del totale dei familiari assistiti non autosufficienti).
Il 3 per cento ha due o più familiari in una condizione di non autosufficienza. L’80 per cento delle persone che hanno bisogno di assistenza ha oltre 65 anni e circa la metà supera gli 80 anni. Da un punto di vista di genere sono le donne ad essere più rappresentate, sia perché più longeve degli uomini, sia perché generalmente colpite da malattie meno letali di quelle degli uomini, ma comunque invalidanti (osteoporosi in testa).
In Toscana esistono alcune zone particolarmente problematiche dal punto di vista della non autosufficienza degli anziani. L’Isola d’Elba, ad esempio, fa registrare una incidenza di 89,7 anziani non autosufficienti su 1.000 anziani residenti; non molto diversa la situazione nell’Alta Val di Cecina (60,7); simile, anche se migliore, lo scenario della Val di Chiana senese (31,6).
Ad oggi i dati parlano ancora di una forte tendenza delle famiglie a tenere con sé i nonni anche se non più autosufficienti, fornendo loro assistenza diretta o con l’aiuto di interventi sociali a domicilio.
Oltre 14 mila anziani toscani, di cui il 64 per cento non autosufficienti, sono invece ospitati in strutture pubbliche concentrate per lo più nelle zone di Siena e Firenze.
La domanda di assistenza per le persone non autosufficienti è sicuramente destinata a crescere nei prossimi anni, se si pensa, da una parte, al progressivo invecchiamento della popolazione e, dall’altra, alle sempre crescenti difficoltà delle famiglie e delle nuove generazioni a dare il loro contributo in termini di assistenza e accudimento.
Per la Toscana, l’obiettivo è quello di passare dagli attuali 30 mila assistiti (la metà con forme di assistenza domiciliare) a circa 74 mila, con la costituzione di un fondo per la non autosufficienza che favorisca lo sviluppo della rete dei servizi territoriali e consenta percorsi di assistenza sempre più adeguati e mirati ai bisogni.
Una “sfida” importante: la Toscana sarà probabilmente la prima Regione a dare una risposta strutturata alle migliaia di famiglie che vivono questo problema. Contemporaneamente si intende inoltre proseguire nel processo di riqualificazione degli operatori impegnati presso la famiglie, riconfermando l’importanza e il valore della cura a casa, quando e dove possibile.
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27.01.2008
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262019