Strumenti di sostenibilità

In questo nuovo quadro rimane inalterato l'obiettivo prioritario della sensibilizzazione del consumatore, in maniera tale da permettergli di esprimere preferenze d'acquisto orientate ai prodotti e ai servizi più ecologici e, in generale, in grado di garantire prestazioni "sostenibili" (e quindi anche accettabili sotto il profilo sociale, etico, della sicurezza e salute del consumatore, ecc.). Perno di questa strategia, afferma la Commissione Europea, possono in particolare essere i sistemi di certificazione e/o qualificazione delle performance ambientali delle organizzazioni e dei prodotti, nonché un nuovo atteggiamento della Pubblica Amministrazione verso le proprie modalità di approvvigionamento (concetto di Spesa Pubblica Verde o Green Public Procurement GPP).

Strumenti idonei a informare correttamente il cliente (consumatore o impresa) e ad evitare fenomeni di greenwashing (attribuzione di false performance ambientali) sono ad esempio gli schemi di certificazione EMAS, ISO 14001 ed ECOLABEL, tanto per citare gli standard più autorevoli in questo campo. Negli anni, al crescere delle esigenze di comunicazione in chiave green, si sono moltiplicati schemi di certificazione settoriali o monotematici (si pensi al fenomeno delle carbon label) che hanno finito per inflazionare il mercato provocando un effetto di disorientamento nel consumatore incapace di decifrare l'effettivo contenuto ambientale del messaggio e/o di valutare la confrontabilità tra etichette elaborate con diverse metodologie.

Preoccupata per la proliferazione di etichette ambientali dai contenuti più disparati, la Commissione Europea, al fine di "incoraggiare adeguatamente i cittadini e le autorità pubbliche a scegliere i prodotti più efficienti dal punto di vista delle risorse, grazie a segnali di prezzo corretti e informazioni chiare in materia ambientale", ha sviluppato un metodo armonizzato per il calcolo dell'impronta ambientale dei prodotti basato sugli attuali strumenti per l'LCA (Life Cycle Assessment o Valutazione del Ciclo di Vita) e sulle norme internazionali. Recentemente, con la COM(2013) 196 "Costruire il mercato unico dei prodotti verdi" e la successiva Raccomandazione 2013/179/UE, sono state fissate le coordinate per applicare sperimentalmente la metodologia PEF "Product Environmental Footprint" (Impronta Ambientale di Prodotto http://ec.europa.eu/environment/eussd/smgp/product_footprint.htm).

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